La Piattella Canavesana di Cortereggio

Grazie alla presenza di un quantitativo di prodotto originario consegnato alla Banca del Germoplasma dell’Università di Torino nel 1981, si è potuta riprendere la produzione del fagiolo e nel 2010 la Piattella Canavesana di Cortereggio viene riconosciuta quale Presidio Slow Food. La prima raccolta destinata nuovamente alla commercializzazione risale all’anno 2011 con quantitativi di prodotto che sia aggirano intorno ai 3-4 quintali l’anno.
La Piattella viene coltivata da produttori locali che si sono riuniti in una cooperativa, la Cooperativa dei Produttori di Piattella Canavesana di Cortereggio, i quali lavorano seguendo un rigido disciplinare di produzione, al fine di dare al consumatore un
prodotto tracciato.

Ancora oggi, la Piattella Canavesana di Cortereggio, viene raccolta a mano, battuta a mano, vagliata a mano, invasettata a mano
grazie al duro lavoro della Cooperativa.

La Piattella Canavesana di Cortereggio è al centro di progetti di ricerca e prototipia promossa da enti quali il Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino, che fornisce analisi del prodotto, dei terreni in cui viene coltivato il fagiolo e delle acque che lo bagnano, ed il CSP – Innovazione nelle ICT, centro di ricerca della Regione Piemonte, che grazie all’utilizzo di sensoristica e di droni monitorano le condizioni ambientali a bordo campo.

La Piattella Canavesana stata di recente inserita alimentazione spaziale. Il fagiolo è infatti uno dei quattro ingredienti di Legumi che l’astronauta Cristoforetti ha Stazione Spaziale Internazionale di Cortereggio è in un progetto di della Zuppa Samantha portanto con sé sulla ISS.

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